Centro per la Prevenzione dei Rischi

Sicurezza sul Lavoro: un caso di infortunio su un apparecchio a pressione

UN CASO DI INFORTUNIO: METTI ALLA PROVA LE TUE CONOSCENZE. La Asl interviene e accerta alcune violazioni di legge. 
Finisci il lavoro della Asl: chi deve essere deferito all’Autorità Giudiziaria?

In un’azienda chimica (legge Seveso) che produce catalizzatori per industrie farmaceutiche e alimentari, viene assunto un manutentore meccanico.
Costui ha 27 anni, è diplomato tecnico e ha 7 anni di esperienza lavorativa pregressa, nel ruolo.
L’assunzione avviene dopo che il manutentore è stato sottoposto a 6 colloqui con le diverse figure aziendali (capo meccanico, responsabile manutenzione, direttore di stabilimento, capo del personale, direttore generale, amministratore delegato).
Il primo giorno di lavoro si presenta in azienda, dal suo capo diretto (capo meccanico) e gli chiede quale lavoro dovrà effettuare.
Il capo gli spiega che, nell’ufficio di manutenzione, troverà una cartella con il suo nome che contiene le istruzioni circa il lavoro da fare.
Pertanto, si reca nell’ufficio, prende la cartella, la apre e trova le indicazioni circa la manutenzione di un apparecchio a pressione.
Nella documentazione presente nella cartella il manutentore trova anche il permesso di lavoro, firmato dal capo che documenta che dall’apparecchio è stata tolta la pressione e, pertanto, è in sicurezza.
Quindi, inizia a lavorare svitando le viti che bloccano la flangia del coperchio dell’apparecchio.
Quando è alla terza vite, il coperchio esplode e la flangia lo colpisce al volto procurandogli, oltre a gravi ferite anche un trauma commotivo che lo terrà ricoverato per due settimane. A causa delle ferite riportate rientrerà al lavoro dopo 61 giornate di assenza per infortunio.
Perché è accaduto un fatto del genere?
In azienda era prassi consolidata che i preposti, responsabili dei permessi di lavoro, firmassero, ad inizio turno o inizio giornata, i permessi “in bianco” senza effettuare l’operazione per togliere energia agli impianti e/o alle attrezzature di lavoro.
I manutentori erano a conoscenza di questa “scorciatoia” e, pertanto, erano loro stessi a togliere energia prima di compiere l’operazione di manutenzione.
Tutti ne erano a conoscenza, meno l’ultimo assunto al quale si erano dimenticati di comunicare questa pessima abitudine.

LA ASL ACCERTA QUANTO SEGUE.

La ricostruzione dell’accaduto, da parte dell’ASL rapidamente intervenuta, porta ai seguenti punti fermi:

1. L’addetto infortunato risulta regolarmente assunto alle dipendenze dell’impresa, formato ed informato come manutentore come richiesto dalla normativa prevenzionale, in possesso di attestati validi e di formazione per affiancamento certificata dal superiore; i tempi ed i modi formativi rispettano le normative;

2. L’addetto è inoltre in possesso di regolare idoneità sanitaria alla mansione;

3. L’addetto, sulla base dell’esperienza precedente aveva già svolto l’operazione numerose volte nella sua pregressa carriera;

4. L’apparecchio era a norma e l’addetto indossava calzature, guanti ed occhiali di protezione;

LA ASL DENUNCIA LE SEGUENTI VIOLAZIONI DI LEGGE:

1. Mancato rispetto di una procedura di lavoro
2. Mancato controllo da parte del preposto del lavoro dell’operatore neoassunto, seppure esperto


ADESSO FINISCI TU IL LAVORO DELLA ASL:
Chi, a vostro parere, deve/può essere deferito all'Autorità giudiziaria per aver concorso con le proprie azioni/omissioni a concausare l'evento - e quali azioni avrebbe dovuto porre in essere per evitarlo?

IL LAVORATORE che, nell’effettuare materialmente l’operazione richiesta, non si è preliminarmente accertato che fosse stata effettivamente tolta la pressione dall’apparecchio.

IL DATORE DI LAVORO che avendo emesso la specifica procedura operativa, non ha predisposto un adeguato sistema di controllo, anche attraverso dirigenti e preposti, permettendo di fatto che la stessa non venisse regolarmente rispettata a tutti i livelli.

IL DATORE DI LAVORO, per lo stesso motivo di cui al punto precedente, in concorso con il preposto di manutenzione il quale ha tollerato l’instaurarsi in stabilimento di una prassi manifestamente pericolosa e scorretta, dunque evitabile.

SOLTANTO IL PREPOSTO per il mancato rispetto della procedura e la mancata segnalazione ai superiori di anomalie organizzative comportanti gravi rischi per i lavoratori.

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